Graduatorie insegnanti e province di residenza:
La proposta era stata quella di introdurre, con un emendamento al dl sviluppo allora in discussione in commissione alla Camera, un bonus di 40 punti in graduatoria per gli insegnanti che avessero scelto di restare nella provincia di residenza. Una sorta di incentivo a non spostarsi nonché un vantaggio di partenza per i docenti già residenti nella provincia della scuola in cui chiedono di lavorare che, secondo la Lega, avrebbe dovuto rappresentare uno scudo sufficiente per permettere ai docenti del nord di non essere superati in graduatoria de quelli del sud.
Una guerra tra precari o, per meglio dirle, tra poveri e che tra l’altro aveva già avuto un preambolo lo scorso febbraio quando la Corte Costituzionale aveva bocciato una norma (sempre proposta dalla Lega) che prevedeva l’inserimento ‘in coda’ alle graduatorie dei docenti precari che avessero fatto domanda per una provincia diversa da quella in cui erano inizialmente classificati. Ebbene, anche nel nuovo caso la proposta di un bonus di 40 punti per i docenti che avessero scelto di restare nella provincia di residenza non ha avuto successo.
Per tornare a quanto riportato nelle scorse ora da Tuttoscuola, pur non essendoci ancora dati certi si può già prendere atto sulla base dei primi numeri di come, andando a vagliare i movimenti dei docenti, i trasferimenti nelle province meridionali siano quasi sempre movimenti interni alla regione, viceversa nelle regioni centrali e settentrionali i movimenti (più consistenti anche in termini numerici) riguardino prevalentemente docenti provenienti dal Sud e dalle Isole.
Docenti del sud in coda nelle graduatorie al nord:
In generale un docente ogni otto si è trasferito in graduatorie di un’ altra provincia; agli uffici scolastici provinciali sono infatti pervenute circa 220 mila domande di iscrizione in graduatoria (si stima che alla fine il totale sarà di oltre 245 mila) e, tra queste, oltre 28 mila (il 13% del totale) sono richieste di trasferimento da altra provincia.
Le regioni maggiormente interessate al fenomeno dei trasferimenti sono Lazio (quasi il 25% di nuovi iscritti), Toscana (oltre il 21%), Piemonte ed l’Emilia-Romagna (18%); quelle meno coinvolte invece, sono Sicilia (circa il 3,5%), Sardegna (4%) e Puglia (poco meno del 7%).
In sostanza come si può vedere dai numeri e in attesa di ulteriori conferme, quello dei trasferimenti e dei nuovi iscritti è un fenomeno che va a riguardare soprattutto le regioni del nord; con buona pace dei leghisti e, probabilmente, di qualche docente settentrionale che, se questi dati dovessero esser confermati, potrebbe rimpiangere quel bonus di 40 punti promesso dalla Lega e che tanto sarebbe tornato utile per scalare le graduatorie.