Il provvedimento cambierà le carte in tavola
Da sottolineare che il provvedimento del garante italiano della privacy è il primo emanato da una autorità europea a seguito della decisione della Corte di Giustizia del vecchio continente in tema di diritto all’oblio.
Nel maggio scorso la Corte aveva sancito il diritto dei cittadini europei di richiedere ai motore di ricerca la rimozione dai risultati delle ricerche di eventuali link rimandanti a ‘contenuti non più rilevanti’ che li riguardano. In sostanza, se in rete c’è qualche contenuto che ci riguarda direttamente e che riteniamo non essere rilevante possiamo chiederne la cancellazione ai motori di ricerca. Diritto all’oblio per l’appunto, dato che come noto quello che facciamo in rete lascia tracce indelebili e spesso questo può generare problemi.
Il provvedimento del garante della privacy rientra quindi in un’ottica di strategia comune europea in termini di privacy in rete; Google dovrà ora adeguarsi a quanto stabilito dal Garante e apportare modifiche importanti per quanto riguarda alcuni aspetti. Ovvero:
- Non potrà più utilizzare dati degli utenti italiani a fini di profilazione se non avrà prima ottenuto il permesso degli stessi per quel tipo di utilizzo
- Dovrà avvisare in modo esplicito gli utenti su questo tipo di attività per fini commerciali
In sostanza maggiore trasparenza nell’utilizzo e la necessità di ottenere il consenso degli utenti prima di utilizzare i loro dati per finalità commerciali varie.
Come funziona oggi la privacy su Google
Accortezze che vanno a modificare l’attuale funzionamento di Google in termini di raccolta dati personali e utilizzo per finalità commerciali; ad oggi i dati inseriti dagli utenti su Google e sui servizi da esso gestiti, come Youtube, Gmail, Google Maps, Google Plus, Analytics ecc… vengono monitorati e successivamente utilizzati per finalità di profilazione e per proporre pubblicità personalizzate su quelle che sono le preferenze dell’utente.
Il tutto avviene in modo automatico, senza il consenso esplicito degli utenti in quanto il semplice utilizzo del servizio viene considerato come un’accettazione implicita delle regole. Un silenzio assenso che si genera ogni volta che ci iscriviamo ad un servizio di Google.
Con il provvedimento del garante italiano della privacy ciò non potrà più avvenire e sarà necessaria una maggior informazione oltre che una accettazione esplicita da parte dell’utente per l’utilizzo dei propri dati. Google ha adesso a disposizione 18 mesi per adeguarsi a queste novità e dovrà presentare allo stesso garante della privacy italiano, entro il 30 settembre, un protocollo di verifica nel quale si illustrino tempistiche e modalità per l’attività di controllo che l’autorità stessa andrà a svolgere nei suoi confronti.
Il colosso americano dovrà inoltre stabilire una tempistica certa per la conservazione dei dati personali degli utenti e garantire una finestra temporale massima per portare a termine la cancellazione dei dati personali che gli utenti vorranno eventualmente richiedere.