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Gioco d’azzardo: ecco il piano per dimezzare sale e macchinette

Era atteso da tempo ed oggi sembra essere diventato realtà il nuovo documento approvato in sede di Conferenza Unificata Stato Regioni in materia di Ludopatia, ovvero i rischi legati al gioco d’azzardo patologico.
Si parla di ridefinire il quadro funzionale del gioco d’azzardo in Italia dimezzando le macchinette presenti ad oggi sul territorio: sono oltre 98mila in tutto il paese e dovranno diventare 55mila entro il 2018. Un taglio del 55% dell’offerta attuale.
Cura dimagrante sostanziale che riguarderà anche le slot machine: dalle circa 400mila attuali dislocate sul territorio italiano si passerà a 265 mila, sempre entro il 2018, per un taglio del 35% circa.

Il gioco d’azzardo in Italia

È un fenomeno in costante crescita che non sembra conoscere crisi e che, anzi, della crisi si nutre andando a rappresentare una sorta di miraggio nel deserto per chi vive in ristrettezze economiche.
Lo dicono i dati: paradossalmente nei momenti di crisi economica i consumatori si affidano maggiormente a giochi d’azzardo, scommesse o strumenti di investimento strampalati che propinano fantomatici guadagni, come il forex o il trading online.
Così come il gioco d’azzardo attecchisce, sempre con riferimento all’Italia, soprattutto (ma non unicamente) nei contesti a maggior degrado sociale. La crisi economica sembra essere quindi un enorme opportunità e un potenziale business milionario per i tanti esercenti che operano nel settore del gioco.
Ciò malgrado il fatto che tale tendenza porti sempre più all’insorgere della ludopatia, quindi persone che si ammalano di gioco d’azzardo patologico e che vengono prese in carico nelle Asl, a spese dello Stato, visto che la ludopatia è stata riconosciuta come un disturbo da inserire nei Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza.

Il piano di dimezzamento

Un cane che si morde la coda ma che produce un giro di affari enorme, se è vero che nel 2016 la raccolta complessiva del comparto è stata di 96 miliardi di euro; e allora a bene così, ci si può girare dall’altra parte e far finta di niente (leggi: Gioco d’azzardo: business di Stato e della criminalità).
L’attuale piano di dimezzamento presentato in sede di Conferenza Unificata Stato Regioni prevede la riduzione dell’offerta di macchinette con vincite in denaro e la sforbiciata netta in 3 anni dei punti vendita di gioco pubblico.
L’intesa è stata raggiunta sulla base di questi parametri; oltre alla cura dimagrante delle attuali sale da gioco, quelle che resteranno dovranno avere caratteristiche precise e rispettare nuovi paletti. Quali ad esempio maggior presenza di sorveglianza, soprattutto video; accesso selettivo e identificazione dei giocatori; maggiore formazione del personale con approccio alla lotta al gioco d’azzardo patologico.
Un modo per andare a garantire e certificare i punti gioco che resteranno in Italia sul territorio.

I punti vendita in Italia

Attualmente sono oltre 98mila i punti vendita abilitati all’installazione di Awp, ovvero apparecchi elettronici che erogano vincite in denaro. Di questi circa 70mila sono tra bar e tabacchi e i restanti 29 mila sono sale specifiche e punti gioco.
In totale ne dovranno restare 55mila, punti gioco che avranno la certificazione cosiddetta di tipo A che servirà a garantire una migliore qualità dell’offerta e una maggiore attenzione all’utente onde evitare insorgere di fenomeni patologici legati al gioco.
Ovviamente in un settore in grado di generare entrate di questo livello quali quelle sopra elencate, pensare che si vada a rinunciare a cuor leggero gli enormi guadagni può essere ingenuo o quantomeno da sprovveduti.

Un favore al settore del gioco online?

Non sono pochi coloro i quali indicano in questa deriva una sorta di favore al gioco online; un modo per dirottare sempre più utenti verso l’approccio virtuale al gioco d’azzardo. Basta leggere i dati degli ultimi anni sul gioco online in Italia per rendersi conto di come sia in enorme crescita la tendenza.
D’altra parte cresce la tecnologia, tutti quanti possediamo smartphone, tablet e siamo connessi in rete 24 ore su 24. Avere la possibilità di giocare in qualsiasi momento della giornata, quando si è alla fermata dell’autobus ad esempio; o mentre si aspetta in coda alle Poste; rappresenta il sogno di ogni giocatore.
E a poco serve il discorso del gioco responsabile, lavarsi la coscienza affermando che i portali autorizzati dall’AAMS, Monopoli di Stato, devono esporre in vista un bollino con indicate le reali possibilità di guadagno e il rischio derivato dal gioco d’azzardo patologico.
In sostanza spostare tutto sull’online rischia di generare automi connessi 24 ore su 24 a sale da gioco virtuali, tavoli da poker online e slot machine in formato web. Una nuova generazione di consumatori dipendenti dal gioco. Ma forse l’intenzione è proprio questa.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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