Quanto hanno incassato i partiti con il finanziamento pubblico:
A tutto ciò si aggiunga il fatto che dal 1994 al 2008 i partiti abbiano incassato qualcosa come 2.253.000.000€ (che se è difficile da leggere in numero la traduzione in lettere è: due miliardi e duecentocinquantatre milioni ovviamente di euro che lo lo si portasse nelle vecchie lire ci sarebbe da svenire) mentre hanno avuto spese documentate per soli, si fa per dire, per 579 milioni, sempre di euro. «Una bella plusvalenza.» direbbe il più scardellato direttore finanziario della più scardellata azienda. Per i tesorieri dei partiti un nulla del quale neppure arrossire.
Plusvalenza di cui peraltro non si conosce la fine. Ma i tesorieri dei partiti che, si sa, son gente che la sa lunga e si dice, siano a parte di non pochi segreti, si stracciano le vesti e addirittura minacciano il licenziamento per i fattorini.
Ma, per fortuna, c’è la cassa integrazione guadagni che pensata per gli operai delle aziende in crisi ora diviene utilizzabile anche per i dipendenti dei partiti. E i partiti si sa non sono delle aziende. Un segno del cambiamento dei tempi.
Altri sono contro il disegno di legge del governo e declamano, come Antonio Misiani, tesoriere del Pd che «La riforma del finanziamento va fatta ma con intelligenza e senza demagogia.»
Che bello sarebbe capire che tipo di intelligenza serva per portare a termine questa indecente pratica che, val sempre la pena di ricordarlo, il 90% degli italiani decise di cancellare con un referendum nel 1993.
Otto mesi dopo quel clamoroso risultato grande intelligenza fu spesa per far rientrare dalla finestra quello che è stato cacciato dalla porta. Quella riforma fu fatta con intelligenza e senza demagogia? O forse la parola intelligenza non è la più appropriata per dire di questa vicenda.
Ha ragione Vittorio Feltri?
E dire che lo stesso Sposetti il 5 d’aprile dello scorso anno ammise su L’Espresso che se non ci fossero stati dei cambiamenti nel metodo di finanziamento dei partiti questi sarebbero stati spazzati via: «L’ho detto a Gianfranco Fini, con Massimo D’Alema ne parlo tutti i giorni, gli faccio una testa così. Lo capite o no che tra sei mesi i partiti non ci saranno più? Finiti!» (1).
E per fortuna che della cosa ne parlava tutti i giorni con D’Alema. E si son visti i risultati. Salvo poi il giorno dopo, stesso mese e stesso anno, su Sette sostenere che: «negare risorse alla politica significa colpire al cuore la democrazia». Magari un po’ meno demagogia e un po’ più di serietà non guasterebbe.
Nella poesia ‘Basta la mossa’ Trilussa scrive di una scimmia che vuol fare il cinematografo ma non sa dire mezza parola allora il fotografo (nel 1916 i registi ancora non c’erano) suggerisce:
“Fingi, presempio, d’esse una bestiola
in una posa un po’ sentimentale,
che pensa all’ideale
senza che sappia di’ mezza parola …
La Scimmia, con un’aria d’importanza,
se mise a sede, fece la svenevole,
guardò er soffitto e se grattò la panza.
– Brava! – strillò er fotografo – Benone
Questo pe’ fa’ carriera basta e avanza:
sei nata proprio co’ la vocazione.”
Che dover dare ragione a Feltri vien proprio difficile, ma quando ce vo’ ce vo’
————————————-
(1) 5 aprile 2012 L’espresso – “Sposetti: qui ci mandano tutti a casa”
(2) http://www.corriere.it/politica/12_aprile_06/guerzoni-finanziamento-della-politica_e5412f42-7fb9-11e1-8090-7ef417050996.shtml