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Gli anziani e i nonni in Italia:
Anziani e nonni da non considerare come un peso, cosa che purtroppo spesso accade, ma quali risorse e fonte di guida ed ispirazione: lo stesso Papa Francesco ha di recente sottolineato l’importanza di queste figure nella famiglia e nella società. Ma, a guardare i fatti, nella realtà non sembra esserci troppa attenzione per gli anziani.
Analizzando i dati, ad oggi risultano essere oltre 12 milioni i nonni over 65 presenti in Italia; si tratta del 20% circa della popolazione e, grazie alle loro pensioni, contribuiscono con 4 miliardi di euro circa all’economia diventando, spesso e volentieri, un supporto per figli e nipoti alle prese con guai economici. E questo malgrado il fatto che le pensioni sono spesso da miseria.
Secondo dati recenti il potere d’acquisto delle pensioni si è assottigliato del 30% negli ultimi anni portando ad una drastica contrazione dei consumi; gli anziani che campano con la pensione si trovano spesso in difficoltà nel fronteggiare le spese più basilari e legate a servizi di prima necessità, come ad esempio quelle relative alla salute ed alla prevenzione. Per non parlare poi delle spese impreviste, che raramente possono essere sostenute.
D’altra parte se è vero che siamo il paese in Europa nel quale si vive più a lungo, è altresì assodato che la qualità della vita diminuisce man mano che si va avanti con gli anni; uno studio realizzato dal UN Population Fund e dal gruppo HelpAge International proprio in concomitanza della Giornata Internazionale delle persone anziane (studio basato su 13 indicatori quali assistenza sanitaria, reddito istruzione, ambiente, occupazione) ha mostrato come, all’interno della classifica globale sulla qualità della vita delle persone anziane, la prima posizione appartenga alla Svezia mentre l’Italia si trovi al 27mo posto della graduatoria generale.
Per gli anziani diminuisce qualità della vita:
A lamentarsi della condizione di vita dei ‘nonni’ in Italia è anche FederAnziani, associazione il cui scopo è tutelare i diritti e promuovere la qualità della vita degli anziani, e che ha provocatoriamente affermato che come regalo per la Giornata Internazionale degli Anziani e per la Festa dei nonni lo Stato avrebbe pensato bene di aumentare l’Iva.
“I consumi dei pensionati -queste le parole di FederAnziani- sono per oltre il 70% nel settore alimentare ed alcuni beni alimentari, con l’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto, passano da una tassazione del 21 al 22%. Già oggi l’Istat ci dice che il 12% degli anziani ha ridotto ulteriormente gli acquisti alimentari. L’effetto reale di questo nuovo aumento sarà un’ulteriore riduzione dei consumi, ovvero gli anziani eviteranno, come già avviene, di acquistare una bistecca, scegliendo invece più spesso il piatto di pasta.”
Leggendo i dati sulle pensioni forniti dall’Inps e relativi al 2012, la metà dei pensionati italiani percepisce meno di 1000 euro mensili; il 31% prende una pensione compresa tra i 1000 ed i 500 euro mensili, mentre il 15% percepisce una pensione inferiore ai 500 euro al mese. Pensioni da fame in buona sostanza, con le quali gli anziani devono sopravvivere in prima persona e spesso, come detto, devono supportare figli e nipoti che non riescono a sopravvivere.
I nonni aiutano figli e nipoti:
E si perché i nonni restano comunque l’ammortizzatore sociale più adoperato: 1 nonno su 3 si occupa dei propri nipoti quando i genitori sono al lavoro, circa il 10% di loro vive in casa dei figli e addirittura il 55% delle donne che lavorano affida i propri figli ai nonni. Che, in sostanza, oltre a rappresentare un supporto logistico diventano anche forma di risparmio (le famiglie non devono pagare una baby sitter) e la prima istituzione nonché fonte di educazione per i bambini.
Da tutto questo si comprende quale sia l’importanza degli anziani all’interno delle famiglie e della società; società che, tuttavia, sembra dimenticarsi di questo loro ruolo strategico o che, nel peggiore dei casi, ne è consapevole ma preferisce sfruttare gli aspetti positivi degli anziani lasciandoli poi in condizioni di vita altamente precarie.