Occupazione femminile più bassa d’ Europa:
Una differenza ancora più fastidiosa in termini salariali, dato che le donne percepiscono in molti casi stipendi più bassi rispetto ai loro colleghi parigrado (un vero e proprio smacco per il 43% delle manager di piccola o media impresa che non ha figli).
Molte donne (il 22%) riferiscono poi di lavorare part-time proprio perché i servizi e le strutture per la cura dei bambini o degli anziani non autosufficienti sono assenti, inadeguati o hanno costi troppo elevati. E’ principalmente questo il vero e proprio ostacolo alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa.
Secondo i dati dell’Eurostat, inoltre, l’Italia non solo è il Paese europeo con il più basso livello di occupazione femminile, largamente al di sotto della media dell’Ue, ma risulta essere allo stesso tempo uno di quelli col tasso minore di natalità, al penultimo posto davanti alla Spagna. Dati tutt’altro che incoraggianti, visto che sviluppo economico e situazione demografica dovrebbero andare di pari passo. Paesi come la Svezia, che negli ultimi 20 anni ha investito tantissimo su politiche sociali finalizzate alla parità tra i sessi, sono ora ai primi posti della classifica demografica europea.
La percentuale di utenza infantile italiana è infatti solo del 7%, contro la media del 30-40% dei Paesi del Centro e Nord Europa. E questo non solo perché gli orari di apertura e chiusura degli asili spesso non coincidono con quelli lavorativi delle madri, ma anche perché gli asili pubblici per i piccoli sotto i tre anni non sono aumentati, al contrario di quelli privati che sono passati dal 7 al 20% dell’offerta totale negli ultimi 10 anni.
Fino a quando la maternità verrà vista negativamente in ambito lavorativo continuerà ad essere estremamente difficile, per molte donne, ambire alla completa realizzazione personale. Il Ministro Elsa Fornero, in diverse occasioni, ha lanciato un condivisibile invito all’uguaglianza dei ruoli nella coppia.
Ma quanto tempo (e in che modo) si potrà scardinare lo stereotipo del maschio capofamiglia? Non sarebbe più opportuno cominciare con concrete politiche di occupabilità in grado di valorizzare per via legislativa la forza lavoro femminile in tutti i settori?