Occupazione maschile e femminile:
Nello specifico l’occupazione maschile resta sempre molto sopra quella femminile, registrando un aumento mensile dello 0,3% (con una diminuzione di pari entità rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente). Tra le donne, invece, scende dello 0,1% rispetto ad Agosto, ma cresce dello 0,2% rispetto a Settembre 2009. L’occupazione maschile risulta pari al 67,7%, in aumento dello 0,2% mensile e in diminuzione dello 0,4% su base annua. Il tasso di occupazione femminile a Settembre è pari al 46,3%, dato invariato rispetto ad Agosto, ma scende dello 0,1% rispetto a Settembre 2009.
In generale, stando ai dati Istat, il tasso di disoccupazione sarebbe pari all’8,3% , in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto ad Agosto. In base alle stime contenute nel Bollettino Economico della Banca d’Italia, pubblicato lo scorso 15 Ottobre, invece, il tasso di disoccupazione reale si attesterebbe ben oltre l’11%, con un conseguente continuo ristagno dei consumi delle famiglie italiane. Anche secondo i dati diffusi da Bankitalia, infatti, le prospettive sul mercato del lavoro rimangono incerte e a farne le spese sono soprattutto i giovani. ”Nella media del primo semestre il reddito disponibile reale delle famiglie consumatrici ha subito un calo nell’ordine di un punto percentuale sul periodo corrispondente del 2009?, si legge nel bollettino.
Brunetta e la polemica sui numeri:
Renato Brunetta, il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, ha commentato i dati diffusi dai ricercatori della Banca d’Italia definendoli “stupidaggini”, intervenendo in una trasmissione radiofonica dove ha contestato alla Banca il metodo usato nel calcolare la disoccupazione, in particolare il fatto che nel bollettino sono stati inclusi cassa integrati e scoraggiati, che avrebbero “gonfiato” ingiustamente il numero relativo al totale degli inoccupati.
Un commento privo di ogni logica e responsabilità, perfettamente in linea con l’atteggiamento di un governo molto lontano dall’ affrontare e risolvere con serietà i problemi del Paese.