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Disoccupazione giovanile, il record di sempre: superato il 40%

Alla fine l’ Italia un record l’ha raggiunto; poco invidiabile ed altamente negativo, per la serie al peggio non c’è mai fine. È il record relativo alla disoccupazione giovanile che, dati alla mano, ha toccato il tasso più alto. Da sempre.
Il tasso di disoccupazione giovanile va a misurare una fetta specifica della popolazione, ovvero quella compresa tra i 15 ed i 24 anni ed è particolarmente indicativo, proprio per questa sua peculiarità, delle difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro da parte della popolazione con meno esperienza lavorativa.
Da questo punto di vista, viene da dire scorrendo i numeri, c’è poco da stare tranquilli. E non tanto per la notizia in sé, ormai nota e arcinota, quanto per i numeri che questo indicatore è arrivato a toccare: secondo i dati diffusi in queste ore dall’Istat il tasso di disoccupazione giovanile riferito ad agosto è balzato oltre il 40%, al 40,1 per la precisione. Dato in rialzo di 0,4 punti percentuali rispetto a luglio e di 5,5 punti su base annua.
I dati, che sono ancora provvisori, certificano un importante record; viene per la prima volta, come detto, oltrepassata la soglia del 40% in materia di disoccupazione giovanile. Numeri da capogiro che certificano come il paese stia tutt’altro che sulla strada giusta per uscire dalla crisi.

 

Il livello più alto di disoccupazione giovanile:

Parlando in termini generali e non soltanto riferiti alla fascia 15-24 anni, la disoccupazione è salita ad agosto al 12,2%; anche qui si registra un rialzo, corrispondente a 0,1 punti percentuali su luglio e 1,5 punti su base annua, ed anche qui si registra un record. Secondo l’istituto di statistica infatti viene raggiunto il livello più alto dall’inizio sia delle serie mensili (2004) sia trimestrali (1977). In totale ad agosto si è raggiunta la soglia dei 3 milioni 127 mila disoccupati .
Analizzando un po’ più nello specifico i numeri Istat, il tasso di disoccupazione maschile è pari all’11,7% ed in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti su base annua; il tasso di disoccupazione femminile è del 12,9%, in salita di 0,1 punti percentuali rispetto a luglio e di 0,9 punti su base annua.
Per quello che riguarda gli inattivi invece, il loro numero è in diminuzione; ricordiamo che gli inattivi sono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, vale a dire che nè lavorano nè sono in cerca di un’occupazione (spesso perché scoraggiati dopo anni di ricerca inutile). Viceversa i disoccupati sono persone in cerca di occupazione che siano disponibili a lavorare che abbiano effettuato almeno  una azione attiva di ricerca di lavoro nelle ultime quattro settimane.  
Ebbene, fatta questa premessa, secondo l’istat il numero di inattivi nella fascia di età compresa tra i 15 ed i 64 anni è diminuita dello 0,3% a livello congiunturale (-42 mila unità) e dello 0,8% in termini tendenziali (-13 mila unità).
Tutti dati che sostanzialmente certificano una stagnazione del mercato del lavoro e che, soprattutto per quel che riguarda la disoccupazione giovanile, sono emblema di una situazione drammatica che qualcuno prima o poi dovrebbe iniziare ad affrontare.

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