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9 Dicembre: in Italia iniziano le proteste contro la casta politica

Da circa una ventina di giorni il gruppo “Catena umana intorno al Parlamento italiano e Lottiamo per la sovranità monetaria, per la casa e per il lavoro” in collaborazione con svariati gruppi di protesta di contadini, allevatori e commercianti di ogni regione italiana dichiarava apertamente in rete che il 9 Dicembre si sarebbero ritrovati per bloccare il paese.
I giorni sono trascorsi, i numeri dei visitatori aumentati e con essi i partecipanti. Ad una settimana dal grande evento, nel corso della trasmissione su La7 ‘Piazza Pulita’ Patrizia Badii di Life Veneto dichiara che il popolo era pronto a muoversi contro lo Stato ed a bloccare il paese in segno di protesta.
A partire da lunedì 9 dicembre il gruppo di Facebook è passato dal virtuale al reale. La giornata del 9 dicembre è passata fra i web-media nazionali e le varie tv come la rivolta dei forconi, ma in realtà dietro ci sono anche altri cittadini. Le loro rivendicazioni sono piuttosto semplici: cacciare dal parlamento i deputati di cui il popolo italiano è logoro e chiedere maggiori garanzie per i cittadini italiani che son attanagliati da questa profonda crisi economica. Proteste contro la nuova legge di stabilità e i costi della politica.

 

Le città dove si protesta:

Nella notte dell’8 dicembre sono iniziati i primi presidi in alcune località italiane: Siracusa, Catania, Udine, Soave (Verona), Bari, Biella, Mestre, Asti, Anagni, Monfalcone, Parma, Sezze (Latina) ed altre località nazionali. E’ stata allestita tramite Youtube una diretta televisiva per dar la possibilità di ascoltare le ragioni della protesta, per informare i cittadini dei comportamenti da tenere, fra cui la non violenza verso le forze dell’ordine, e per segnalare i primi disagi autostradali.
Con il passare delle ore la catena umana s’è allargata alle grandi metropoli fra cui Roma, Milano, Bologna, le città liguri di Savone e Albenga, quelle pugliesi di Andria e Barletta, le calabresi Cosenza e Lamezia Terme e da poco anche le cittadine sarde.
Colpo d’occhio maggiore a Torino, dove le attenzioni mediatiche si sono concentrate subito. Qui in Piazza Castello si sono verificati scontri con motivazioni poco chiare fra polizia e manifestanti. In realtà a posteriori l’organizzatore del movimento per il capoluogo piemontese ha spiegato che alcuni facinorosi si sono intromessi e hanno lanciato oggetti contundenti e molotov contro i poliziotti.

L’atteggiamento della Polizia:

Proprio le forze dell’ordine (schierate in gruppi di 10, 15, 50 o 100) nella giornata del 9 dicembre hanno lanciato un messaggio apprezzato da molti: sul web circolano numerosi video e foto di poliziotti che, in tenuta antisommossa, si toglievano il casco ed accompagnavano i manifestanti nella loro marcia.
In questo momento non è chiaro se l’atteggiamento pacifico della polizia sia per solidarietà (questa la versione dei sindacati delle forze dell’ordine), per non creare tensione o per semplice esecuzioni di ordini impartiti dall’alto; ma sicuramente il gesto è segno di comprensione. Al riguardo si fa presente che ogni punto scelto come presidio è stato comunicato alle autorità e godeva di un permesso dato dalle questure.
Nella metropoli milanese
non s’è registrato un afflusso notevolissimo, mancanza forse dovuta ad una scarsa organizzazione. Gli unici due punti nei quali i cittadini si sono concentrati numerosi per tutta la giornata sono stati Rho (vicino alla Fiera) e a Monza. A Milano solo qualche sparuto gruppo che si è ritrovato sotto il palazzo della regione. Nelle altre parti d’Italia, invece, si sono registrati blocchi significativi di ferrovie e vie di comunicazione.
Dopo le 10 sono iniziate a circolare le voci della protesta anche sulla stampa e sui giornali, online e non. Nel tardo pomeriggio la notizia ha occupato anche palinsesti dei Tg nazionali. Non si hanno (né sembra facile averli con certezza) ancora i numeri dei partecipanti riferiti a tutta Italia; da quel che si deduce dalle foto e dai video si può parlare di località nelle quali la presenza è stata massiccia e di altre dove, viceversa, si è registrato un numero esiguo.

Infiltrati nel Movimento di protesta?

Un problema che si è evidenziato già nelle prime ore della protesta e che potrebbe aggravarsi è quello dei presidi non autorizzati (come quello di Milano sotto il palazzo della regione) e dei possibili infiltrati di estrema destra o estrema sinistra. Su tutti, a richiedere massima attenzione è il raduno di Milano in Piazzale Loreto.
Riguardo a questi sospetti il vicepremier Alfano ha dichiarato a nome del governo: Le proteste in Italia sono legittime e rispettano le leggi. Noi impediremo che vengano violate e faremo valere la forza dello Stato. Nel contempo saremo comprensivi rispetto a proteste che siano dentro i limiti dell’ordine e delle leggi dello Stato”.
In alcune delle citate località continuano i presidi ad oltranza, almeno stando alle foto che giungono dal web. La protesta prosegue perché l’obiettivo è la marcia unita verso la capitale di mercoledì 11 quando ci sarà in contemporanea la spinosa questione delle fiducia al governo Letta.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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