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Crisi: dacci oggi il nostro suicidio quotidiano

Anche oggi, tra la solita indifferenza generale e la totale incapacità della dirigenza governativa di far fronte ai drammi che stanno vivendo milioni di cittadini italiani, le cronache registrano un caso di suicidio da parte di una persona lasciata sola a se stessa.
Ha lasciato un biglietto in cui si scusava con i figli, spiegando chiaramente i motivi per cui aveva deciso di togliersi la vita. In esso traspare evidente la vergogna di essersi ridotto in stato di bisogno: “Sono malato, non riesco più a vivere e oggi mi arriva anche lo sfratto esecutivo. Addio”.
E, due ore prima che gli fosse imposto di lasciare la casa in cui abitava, si è legato una corda al collo e si è impiccato. Si chiamava Salvatore Collodoro, aveva 59 anni, abitava a Padova in via Giovanni di Verdara ed era un ex commerciante d’abbigliamento.
Per lo Stato italiano probabilmente è un problema in meno tra quelli creati a moltissime persone dalla mancanza di politiche abitative serie, e un numero in più con cui aggiornare il “libro virtuoso” (i nostri politici sono maestri nel manipolare dati e numeri a loro favore) delle statistiche.

 

Quanti suicidi per la crisi:

Una settimana fa si era tolto la vita un imbianchino di Rovigo, in forte crisi per i mancati pagamenti relativi ad alcuni lavori svolti. Il ricco Nordest in questo momento è in grave difficoltà. 
Contrariamente alle balle che raccontano quasi quotidianamente i nostri politici dagli schermi televisivi, la crisi sta portando verso il baratro molte aziende, causando la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro. Interventi incisivi da parte delle varie autorità non se ne vedono: in questo clima la lettura degli oltre venti suicidi registrati in questo territorio porta dritta dritta alle responsabilità di chi ha in mano in questo momento i destini dell’Italia.
Essi  ribattono assicurando che anche se i numeri di suicidi cui stiamo assistendo sono drammatici, non siamo assolutamente davanti ad un fenomeno diffuso, in quanto i casi sono attualmente abbastanza contenuti (forse vogliono migliaia di morti prima di agire). E continuano asserendo che nel Nordest i casi di suicidio si verificano con maggior frequenza rispetto alle altre regioni italiane, perchè in quei territori ci sono molte microimprese, tanti piccoli imprenditori particolarmente segnati dall’ attuale congiuntura economica, collocate soprattutto in settori maturi, come quello del legno e il tessile, che subiscono più di altri la concorrenza.
Oltretutto, concludono, si tratta di soggetti imprenditoriali che soffrono di un cattivo rapporto con il credito. Il nostro grande Totò, a questo punto, avrebbe esclamato: ” Ma mi faccia il piacere… !!! “. Dice Giacomo Leopardi nello ‘Zibaldone’:  “La pazienza è la più eroica delle virtù giusto perchè non ha nessuna apparenza d’eroico”

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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