Chi era Cavour?
Chi meglio di lui, difatti, continua, da lungo tempo, ad incarnare proprio tutto ciò che abbiamo appena descritto: ogni aggettivo, ogni definizione, sembrano calzargli a pennello. Cavour liberale, vassallo della monarchia, federalista, risorgimentale di comodo, anticlericale, feudale, innovatore, patriota, e opportunista.
Questi attributi già bastano ad intuire la molteplicità e complessità della vicenda politica ed umana di questo protagonista a tutto tondo della nostra storia preunitaria. Ribadire, infatti, concetti, sottolineare i vari aspetti, evidenziare determinate caratteristiche piuttosto che altre, sarebbe solo ridondante, quasi inutile, come se nulla potesse aggiungere o togliere.
Quello che andrebbe, invece, evidenziato, è il rischio che questo perbenismo reverenziale porti sempre di più l’uomo Cavour verso un piano fin troppo mitico e istituzionale. In tempi in cui la politica in generale è sempre più distante dalla realtà sociale e quotidiana, onorare la dovuta memoria nazionale a personaggi di simile spessore, dovrebbe essere soprattutto fonte di riflessione profonda volta ad un riavvicinamento concreto e tangibile.
Importanza e attualità della figura di Cavour:
Pretendere tutto ciò da una classe dirigente così sprovvista di contenuti sia mentali che fattivi, sarebbe forse come chiedere di tornare indietro di mezzo secolo e riportare in auge quel fermento vivo e pulsante che tanto manca a tutta una società ormai intellettivamente e culturalmente dormiente.
Il tanto romanzato Risorgimento, l’amor di Patria ostentato ma non vissuto, farebbero meglio a lasciare il posto ad una vera ripresa di quella vivacità concreta, e di quel dinamismo osmotico, così da riportare, finalmente, una certa aria di dignitosa e reale speranza di cambiamento.
Pretendere tutto questo, sarebbe come pensare che ci fossero ancora dei Cavour, mentre, a malapena ci troviamo di fronte a persone delle quali un domani nessuno si ricorderà nemmeno l’esistenza. Allora sarà inevitabile, per i posteri, esimersi da qualsiasi celebrazione e da qualsiasi possibilità di poter scrivere anche solo una riga sensata sul loro operato.