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Cassazione: più tutela per i figli di immigrati

La Corte di Cassazione, con la sentenza 21799, ha sancito l’utilizzo di una maggior prudenza per quei casi nei quali si deve espellere un irregolare, anche se condannato, ma che ha figli in Italia.
Da adesso in avanti, quindi, un immigrato che ha figli minorenni nel nostro paese, anche se dovesse esser raggiunto da foglio di via per mancanza di documenti o per aver commesso reati, sarà allontanabile con maggior difficoltà rispetto a prima. Il tutto per la tutela dello stato di salute dei bambini, che rischierebbero di avere seri contraccolpi a causa della lontananza dal genitore.
La Suprema Corte, pur dovendo necessariamente tener conto dell’ esigenza di proteggere la sicurezza interna, non può fare a meno di curare la tutela dei bambini immigrati o figli di genitori immigrati che rischierebbero di subire un trauma dall’allontanamento dei genitori.

 

Immigrato irregolare? Se ha figli minori resta qui:

La decisione è figlia di una sentenza del Tribunale di Perugia che ha accolto il ricorso di una madre di origine africana condannata per sfruttamento della prostituzione e che, per questo reato, era stata raggiunta dal foglio di via. La protagonista di questa vicenda ha sostenuto che il rimpatrio avrebbe causato parecchi danni ai suoi tre bambini, in affidamento part-time dal 2003 ad una famiglia umbra.
La sentenza della Corte è stata spiegata dagli stessi giudici analizzando quello che, in base alla legge sul’immigrazione, può essere classificabile tra i “gravi motivi” che consentono la momentanea autorizzazione, per un genitore con foglio di via, a rimanere sul territorio italiano; tali gravi motivi, in sostanza, devono esser secondo i giudici interpretati in maniera più elastica, facendo quindo riferimento non soltanto a quelle “situazioni di emergenza o alle circostanze contingenti ed eccezionali strettamente collegate alla salute” (del bambino).
Ma anche ad altre circostanze, quali ad esempio tutte quelle situazioni che possono provocare “danno effettivo, concreto, percepibile ed obiettivamente grave che in considerazione dell’età o delle condizioni di salute ricollegabili al complessivo equilibrio psico-fisico derivi o deriverà certamente al minore dall’allontanamento del familiare o dal suo definitivo sradicamento dall’ambiente in cui è cresciuto”. La Corte ha inoltre precisato in riferimento a questa sentenza che «si tratta di situazioni di per sé non di lunga o indeterminabile durata».

 

Separare i bambini dai genitori può essere un trauma:

In riferimento al caso di Perugia da cui è scaturita la sentenza, i giudici dovranno ora riesaminare la situazione per verificare i rapporti dei tre bambini con la madre, la donna africana raggiunta dal foglio di via, e capire l’entità del trauma cui sarebbero investiti se la mamma venisse rimpatriata
La sentenza ha suscitato, come facile intuire, reazioni contrastanti; diverse le interpretazioni tra chi vede in questa decisione la possibilità, per l’immigrato colpito dal decreto di intimazione a lasciare l’Italia, di venir meno a questo provvedimento adducendo semplici ragioni di carattere familiare. Dall’altra parte, molte reazioni positive (anche Save the Children, l’organizzazione che dal 1919 lotta per i diritti dell’infanzia, ha espresso parere favorevole) da parte di chi invece vede, nel provvedimento, un importante tutela per i diritti dei bambini.

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