In questo articolo parliamo di:
La vicenda della vendita di Alitalia:
Ebbene per tentare di generare profitto i capaci capitalisti di casa prima hanno ben pensato di dismettere il proprio vettore regionale, AZ Express con annessi aeromobili ATR72 e poi deciso per il subappalto a terzi. Se il subappalto fosse gestito in chiaro non sarebbe stato bello ma ci avrebbe potuto starci.
I passeggeri invece pensavano di volare con Alitalia, il cui logo campeggiava in ogni dove e pagavano tariffe Alitalia, notoriamente non tra le più economiche. Ma non era così. Stavano viaggiando con qualcun altro. A loro insaputa. Altro che Scajola. Se ne sono accorti solo quando, con la velocità di un fulmine hanno visto sparire il logo tricolore dall’aereo.
“Si fa così – pare abbiano spiegato i responsabili di Alitalia – per non farsi cattiva pubblicità”. Forse a quei manager bisognerebbe raccontare che esistono mezzi di comunicazione arcaici come la stampa, la televisione e la radio e poi mezzi moderni come il web e quindi la notizia è già nota in tutto il mondo. Se avessero avuto la stessa lungimiranza e velocità nel piano industriale probabilmente Alitalia sarebbe leader di mercato. Ma così non è.
La Melandri e il Maxxi:
Giovanna Melandri, nonostante i suoi quasi 18 anni passati a Montecitorio, è un tantinello più famosa ma non tanto. Ha avuto dei picchi di notorietà: quando si è stracciata le vesti in difesa dei del vitalizio ai parlamentari e quando è stata nominata ex abrupto presidente del museo Maxxi. Per meriti che sono “all’insaputa dei più”.
L’ultima di Mrs. Melandri è stata vietare, in extremis, la proiezione del documentario di Bill Emmott dal titolo Girlfriend in A Coma. Il film racconta crudamente del triste decadimento del Paese. E questo lo fa , che con interviste (da Umberto Eco, a Sergio Marchionne, a John Elkan ecc.) e con filmati.
Il perché la proiezione sia stata vietata fa parte della tragicommedia che ogni giorno va in scena nel bel Paese. La società che ha prodotto il documentario accusa il Ministero per i Beni e le Attività Culturi che a sua volta si difende scaricando la responsabilità sul museo: “Il Maxxi è una fondazione di diritto privato le cui decisioni sono assunte dagli organi competenti”.
Mrs. Melandri per parte sua chiarisce che aveva “deciso che nel mese e mezzo che precedeva le politiche non avremmo ospitato iniziative elettorali al Maxxi”. Chissà perché poi. Ma Emmott ribatte riportando la comunicazione ricevuta dal Maxxi che recita: “Disposizioni della presidente della fondazione, che si fanno interpreti delle indicazioni assai rigorose dateci dal Mibac ”.
Piccolo dettaglio, confermato dalla stessa direttrice del Maxxi “Avevamo dato la disponibilità della sala alla società Terravision”. A pagamento, come giusto che sia per le manifestazioni che non rientrano nella programmazione artistica. Con una piccola postilla, sempre della direttrice «Senza sapere a cosa servisse». Ovvero anche Mrs Giovanna Melandri entra nel girone di quelli che vivono a loro insaputa.
Storia di Anna, denunciata per ‘accattonaggio con minore’:
Chi invece a sua insaputa si trova nei guai è Anna X. Storia tragica la sua. Veramente tragica. Anna è rumena, come Carpatair, ed è in Italia da sette anni nel corso dei quali è passata dall’accattonaggio alla regolarità più regolare. Oggi ha una casa con regolare contratto, un lavoro regolare, contributi regolari versati all’Inps e tre figlie che frequentano regolarmente la scuola pubblica. Un bellissimo esempio di come ce la si possa,fare a togliersi dalla miseria. Ovviamente con fatica. E consapevolmente.
C’è però in questa vicenda un piccolo particolare: sette anni fu pizzicata per presunto ‘accattonaggio con minore’ e denunciata. Però a lei non lo dissero, la denunciarono a sua insaputa e la pratica burocratica è andata avanti con le sue fragile gambette tra udienze di tribunali, avvocato d’ufficio e carabinieri. Che la cercavano e non la trovavano. Anche se l’anagrafe di Milano la dava residente nella Casa della Carità.
Ora Anna è in galera perché l’hanno finalmente rintracciata. La pena è di sei mesi. Senza attenuanti, senza condizionale e senza neppure i domiciliari. Roba che non si nega a nessuno. Neanche agli stupratori. Anna X si trova a dover fare i conti con il suo “a sua insaputa” e per lei saranno conti salati.