Requisiti per pagare il canone agevolato a rate:
L’altra buona notizia, per tutti coloro che non superino i 18,000 euro di pensione annuale, consiste nel fatto che non sarà più necessario pagare il canone di persona presso gli uffici postali: l’ammontare stesso del canone sarà equamente diviso in 11 rate mensili, ovviamente senza interessi, che verranno detratte direttamente dalla pensione. Naturalmente non si è obbligati a dover seguire necessariamente tale procedura di pagamento: chi preferirà continuare a levarsi il pensiero in una volta sola (cioè con un’unica rata) può continuare a farlo.
E’ importante sottolineare che sarà comunque possibile effettuare a rate il pagamento del canone di abbonamento alla televisione tramite trattenuta effettuata direttamente dagli enti pensionistici; nello specifico, lo ripetiamo, l’importo del canone viene trattenuto in 11 rate mensili da Gennaio a Novembre, senza applicazione di interessi, e la rateazione viene accordata a condizione che il pensionato non abbia redditi da pensione per un importo superiore a 18 mila euro. La domanda deve inoltre essere presentata entro il 15 Novembre dell’anno precedente a quello previsto per il pagamento. A questo punto ci sembra inevitabile ed interessante dare spazio ad una riflessione connessa all’intera questione.
Quelli che vogliono l’abolizione del canone Rai:
Come ha illustrato Antonio de Lieto, Segretario del Partito Pensionati per l’Italia, la possibilità offerta ai pensionati con reddito inferiore ai 18.000 euro l’anno di rateizzare in 11 mesi il canone Rai, potrebbe essere solo un inutile spot, “dal momento che, a giudizio del Partito Pensionati per l’Italia, l ‘unico provvedimento serio e concreto che il Governo dovrebbe adottare per quanto concerne il canone Rai è quello della sua abolizione, ad iniziare, da subito, per i pensionati.
C’è da sottolineare –ha proseguito De Lieto– che l’altra tardiva e farraginosa iniziativa che riguarda generalmente i pensionati,cioè esenzione dal canone Rai per gli ultrasettantacinquenni a causa del bassissimo tetto di reddito previsto, vedrà l’esclusione più che massiccia dei potenziali beneficiari”.
La Tv in tantissimi casi è infatti l’unica compagna e l’unico svago per moltissime persone anziane “e per chi ha pensioni modeste o insufficienti pagare 109 Euro l’anno, dilazionati o meno, rappresenta un onere enorme. Il Partito Pensionati per l’Italia – ha concluso il segretario – contesta la stessa natura del canone Rai e soprattutto le eccessive spese della Tv pubblica, che con una politica aziendale diversa potrebbe svolgere la sua funzione come fanno egregiamente le tanti emittenti private con le sole entrate pubblicitarie. E’ giunto il momento di cancellare questo iniquo balzello a carico degli italiani, ad iniziare proprio dai pensionati”.