Coltivare in autonomia la sostanza:
Si era parlato quindi di dare la possibilità a soggetti pubblici, ma anche privati controllati dallo Stato, di entrare nella produzione di cannabis andando a coltivare in prima persona la sostanza; che ovviamente non avrebbe potuto essere impiegata per finalità commerciali, quindi vendita. Ma soltanto pe uso personale tanto in campo curativo quanto ludico.
In effetti si sarebbe trattato di un progetto altamente rivoluzionario per l’attuale situazione italiana, che vede regolamentato solo l’uso terapeutico della sostanza e con fattori di criticità evidenti che variano da regione a regione.
Era il 2015 quando si parlò della prima volta di questo progetto: che dopo due anni viene definitivamente messo da parte con sommo rammarico per l’Italia intera, che guardava con interesse a questa eventualità; e per Sinistra per la Democrazia e il Progresso, ovvero il partito che aveva spinto la proposta di legge.
“Questo voto, purtroppo, fa registrare un arretramento della Sardegna rispetto alla necessità di una legislazione avanzata, moderna e aperta su questa materia” il primo commento del partito.
Finalità mediche e ludiche:
Dall’altra parte chi ha votato contro si è focalizzato soprattutto, come detto, sul fatto che la legge andasse a prevedere la possibilità di coltivare sostanza anche per uso personale. Non a caso era stato richiesto lo stralcio di questo aspetto dalla legge per votare in modo favorevole.
Si riparte da un nulla di fatto quindi, oltre che da una situazione piuttosto bloccata per quello che riguarda, ad esempio, l’uso terapeutico della cannabis: la Sardegna ha emanato una legge nel 2015 ma ancora oggi i costi per curarsi sono eccessivamente alti e i medici piuttosto diffidenti nel prescrivere questa tipologia di farmaci.
Risultato finale, ad oggi trovare farmaci a base di cannabis per curarsi sull’isola è piuttosto complicato. Anche per questo l’occasione del progetto sperimentale avrebbe potuto rappresentare un’opportunità in più, per il territorio e per tutti i pazienti che si curano con la cannabis. Oltre che per l’italia intera, visto che avrebbe potuto rappresentare un apripista a livello nazionale.