Non parlare più di ‘male incurabile’
Aumentano i casi di malati di cancro (la previsione per il 2020 è di 4 milioni di italiani colpiti) ma al contempo aumenta la percentuale delle guarigioni; se il cancro non è stato ancora debellato, non si può comunque più parlare di male incurabile.
Ad oggi vi sono moltissime terapie e il cancro si presenta come un male un po’ più conosciuto rispetto al passato. La prevenzione e la diagnosi precoce, quando il male è ancora agli esordi, restano le armi più importanti che si hanno a disposizione. In entrambi i casi quello che conta è, quindi, una maggiore informazione.
Anche per questa ragione si è battuto molto sull’espressone di ‘male incurabile’ definita ‘fuorviante e allarmistica’: nella seconda parte del libro ‘Il mare (in)curabile’ sono state al riguardo inserite interviste a 15 direttori di importanti testate giornalistiche nazionali per capire come i media trattano l’argomento relativo ai tumori, qual è la percezione dell’opinione pubblica e come dovrebbe essere una comunicazione il più possibile corretta sulla delicata questione.
D’altra parte quando si parla di temi così delicati anche i media hanno il loro peso, come stabilito dalla Carta di Perugia in materia di informazione e malattia: il documento risale al 1995 ed è uno strumento per garantire il rispetto dei diritti del cittadino malato e del cittadino che legge i giornali e guarda la televisione.
Informazione e media: come trattare l’argomento cancro
La Carta di Perugia su informazione e malattia recita all’art.1 che “Sono pregiudiziali in ogni processo di comunicazione la valutazione dell’interesse generale, il rispetto del diritto del cittadino-paziente alla tutela della propria dignità personale, il diritto del cittadino-utente ad un’informazione corretta e completa.”
Mentre all’art.2 stabilisce il dovere di “non creare false aspettative nei malati e negli utenti.” Sapendo quali sono i rischi di trattare notizie così delicate, nel corso del dibattito presso il ministero della Salute è stato chiesto ai direttori delle testate di cancellare l’espressione ‘male incurabile’.
Partendo dalla Carta di Perugia di cui sopra, è indispensabile trovare il giusto compromesso tra rispetto del cittadino malato, il non creare allarmismo e il non dare, al contempo, vita a false aspettative ai malati.