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Camera: tagli da 50 milioni ma è una goccia nel mare

Un piccolo taglio c’è stato; non particolarmente cospicuo ma considerando l’argomento in questione si può comunque accogliere la notizia come un qualcosa di insperato. Si perché quando si parla di tagli alla classe (o casta, come da tempo in molti preferiscono appellarla) politica anche un minimo segnale può essere accolto con grande entusiasmo.
Nelle scorse ore la Camera dei deputati, nel bilancio 2013 pronto ad andare in aula, ha deciso di chiedere meno soldi allo Stato tagliandosi circa 50 milioni di euro rispetto al 2012; il bilancio per l’anno 2013 della Camera andrà quindi a pesare sulle martoriate casse dello Stato per 943 milioni di euro. Non propriamente una cifra irrisoria.
Per questo il taglio di 50 milioni di euro della dotazione pubblica può essere visto in duplice ottica; come un semplice palliativo se non addirittura demagogia; o come un atto da salutare con buona predisposizione di animo. Se non altro perchè si tratta della prima riduzione del bilancio dal 1960 ad oggi. Per oltre 50 anni l’idea di tagliare la dotazione pubblica non aveva mai nemmeno lontanamente sfiorato i politici che si sono succeduti alla guida del paese.

 

Camera e risparmi da 50 milioni:

Il risparmio di 50 milioni sul bilancio della Camera sarà realizzato grazie a 32,7 milioni di tagli alle spese, 17,3 milioni di utilizzo di economie precedenti; la dotazione, se tutto sarà confermato, dovrà restare la medesima sino al 2016. Usare il condizionale è più che mai d’obbligo dato che si tratta di un progetto di bilancio che la prossima settimana sarà in aula per essere votato.  
Una piccola cura dimagrante realizzata andando a tagliare alcune voci di spesa; vediamole da vicino. Si comincia con i tagli ad indennità e rimborsi spese per i deputati, voci che ad oggi valgono rispettivamente 81 milioni circa e 46 milioni circa. Tagli anche per i gruppi parlamentari, cui sono stati destinati 32milioni di euro circa con un risparmio di 2,8 milioni.
Per quel che riguarda i dipendenti di Montecitorio, il totale delle retribuzioni è diminuito di 15 milioni di euro circa; una goccia nel mare, se si pensa che il totale delle retribuzioni per il personale di Montecitorio è di 221 milioni e rotti ai quali vanno aggiunti gli importi per la previdenza (46 milioni e mezzo). A pesare sono le pensioni degli ex dipendenti che valgono oltre 226 milioni. Circa 10 milioni in più del 2012; aumento spiegabile con le sforbiciate del personale e con il blocco del turn over che se da un lato ha fatto diminuire il peso totale delle retribuzioni, dall’altro ha incrementato quello delle pensioni. Il classico discorso della coperta corta.

 

Le pensioni pesanti degli ex parlamentari:

A pesare, e non poco, sulle voci di spesa sono gli ex parlamentari (e Dio solo sa quanto sia ampio il carrozzone): le loro pensioni ammontano a quasi 140 milioni di euro. Quindi, legando questo dato a quelli sopra menzionati, quasi il 35% delle spese totali di Montecitorio se ne va per le pensioni di ex deputati ed ex dipendenti. In totale, 365 milioni destinati a finanziare queste voci di spesa.
Altra voce consistente in termini di spesa della Camera è quella relativa alle locazioni; per l’anno in corso il costo sarà di 25 milioni, con appena 1 milione risparmiato rispetto al precedente anno. Ma a destare stupore è la cifra globale relativa al mantenimento della struttura; che pare essere un mostro mangia soldi.
Solo per la manutenzione nell’anno in corso sono stati spesi oltre 13 milioni di euro, oltre 3 milioni in materiale di consumo (tra cancelleria, alimenti e vestiario), 11 milioni in trasporti, 5 milioni per stampare gli atti parlamentari, 1 milione per spese di aggiornamento professionale. A queste aggiungiamo 4,2 milioni per il funzionamento di commissioni e Giunte, 32,7 milioni per i Gruppi parlamentari e via via altre voci minori di spesa che contribuiscono a creare un totale estremamente corposo.
Si perché, al di la del taglio di 50 milioni di euro nella dotazione, la spesa per il mantenimento della Camera resta comunque eccessivo; 943 milioni di euro per un anno. E questo solo per parlare delle spese della Camera; se a queste aggiungiamo anche le altre tre più alte istituzioni dello Stato (Quirinale, Senato e Corte Costituzionale) il totale pagato dagli italiani supera i 2 miliardi di euro.
Per questo, quando si parla di tagli e sacrifici per uscire dalla crisi, le voci di spesa da andare a tagliare nel paese dovrebbero essere ovvie. Ma, come sappiamo, quasi mai è così.

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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