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I numeri sul binge drinking
Sono invece in aumento i consumatori occasionali e coloro che bevono qualcosa fuori dei pasti, ovvero coloro che praticano il cosiddetto binge drinking.
Se nel 2013 si attestavano al 25,8%, nell’arco di dodici mesi sono passati al 26,9%. Questa pratica è molto diffusa tra i giovani, ovvero nella fascia di età tra 18 e 24 anni, e tra i cosiddetti giovani adulti, coloro che rientrano nella fascia tra 25 e 44 anni, i quali bevono fuori dai pasti soprattutto in contesti collegati alla socializzazione, con un puro intento ludico.
Il binge drinking fa paura soprattutto per i rischi che può provocare, a livello sanitario e di sicurezza, cui si espone il singolo bevitore, mettendo peraltro in pericolo anche gli altri.
Chi sono i binge drinker italiani?
Nel periodo oggetto della ricerca dell’ISTAT, il 10% dei maschi e il 2,5% delle femmine con età superiore agli 11 anni non ha esitato a dichiarare il consumo di sei o più bicchieri di bevande alcoliche nel corso di una sola serata, almeno una volta durante l’ultimo anno.
La maggiore incidenza di binge drinker viene riscontrata nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, con una percentuale che raggiunge il 21% tra gli uomini, tre volte più che tra le donne.
Se le donne sono molte meno rispetto agli uomini, anche tra di loro il fenomeno comincia però ad aprirsi pericolosi varchi, con un numero di consumatrici occasionali in netto aumento in tutte le fasce di età.
Giovani e alcol: come la droga
I giovani sono a forte rischio soprattutto per il fatto di usare spesso l’alcol come una sostanza in grado non solo di apportare piacere, ma anche di aiutare a vincere eventuali inibizioni nei rapporti con i coetanei e le resistenze di carattere psicologico nella propria autorealizzazione.
Tanto da spingerli ad equiparare le sostanze alcoliche ad una vera e propria droga, capace di creare una dipendenza più o meno pronunciata. Proprio in questa fase l’alcol nei giovani si rivela doppiamente pericoloso, in quanto sino all’età di 20 anni circa, l’organismo non ha ancora sviluppato gli enzimi in grado di metabolizzarlo.
In conseguenza di ciò le bevande alcoliche possono risultare per un giovane ancor più nocive che per un adulto, in quanto l’etanolo non viene scomposto in sostanze meno aggressive e tollerabili.
Oltre al danno diretto provocato a livello fisico, il consumo di alcol può poi aprire la strada per una dipendenza alcolica o mista (ovvero legata al contemporaneo consumo di sigarette, alcol psicofarmaci e sostanze tossiche), estremamente pericolosa.