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Mutui casa: cosa cambia con la riforma

Si sta dibattendo da giorni sulla riforma dei mutui a seguito del decreto presentato dal Pd; una misura che prevederebbe il sequestro da parte delle banche e la successiva rivendita dell’immobile, senza passare dall’asta giudiziaria, dopo 18 rate non pagate da parte dell’acquirente. La clausola relativa al pignoramento varrà soltanto per i mutui futuri ed esclusivamente nel caso in cui cliente e banca si accorderanno.
Un provvedimento che ha portato molte polemiche e diversi cambiamenti delle carte in tavola; inizialmente le rate previste avrebbero dovuto essere state 7. Successivamente il numero è aumentato ma ad oggi l’esito di questa riforma è tutt’altro che scontato.
Secondo il relatore del decreto, Giovanni Sanga del Pd, nel 2014 il Parlamento europeo ha approva una direttiva che poneva l’obiettivo di aumentare il livello di protezione del consumatore; il Governo italiano avrebbe quindi recepito tale direttiva Ue con uno schema di decreto. Vediamo nei dettagli in cosa consiste questa nuova legge presentata dal Pd.

Sequestro della banca dopo 18 rate non pagate:

Una riforma sui mutui a favore del cittadino. Così l’ha sintetizzata il Pd. I vantaggi che, almeno in teoria, dovrebbero andare a favore del cittadino acquirente, e quindi proprietario dell’immobile, sono innanzitutto legati alla modalità di vendita e del saldo del debito.
Durante la rivendita della casa, qualunque sia il suo valore, la banca dovrà ritenere chiuso il debito, catalogando il saldo come andato a termine. E ciò anche se il valore del bene risulterà essere inferiore a quello del debito residuo non pagato dal proprietario.
In sostanza la vendita dell’immobile obbligherà la banca a cancellare il mutuo: e questo secondo l’estensore della norma può essere considerato un sostanziale vantaggio per il debitore che non si vedrà costretto ad aggiungere alla casa ulteriori somme di denaro.

Rivendita dell’immobile:

Un’altra caratteristica della riforma sui mutui pensata per andare incontro al cittadino riguarda sempre la rivendita dell’immobile. In particolare, se da tale vendita si otterrà un importo superiore, rispetto a quello che si sarebbe dovuto saldare alla banca, il denaro avanzato dovrà essere restituito all’ex proprietario dell’immobile.
Nel provvedimento infatti si legge che la banca può trattenere dopo la vendita della casa solo quanto ancora dovuto ed è obbligata a restituire al consumatore l’eventuale eccedenza.
Un accordo considerato equo nel quale la banca vedrà estinto il proprio credito e il cittadino potrà sperare di avere indietro, in casi eccezionali quando la vendita eccederà la cifra indebitata, una piccola cifra.
Nello specifico l’immobile verrà valutato da un soggetto terzo, evitando così un coinvolgimento diretto delle due parti in causa.

Una clausola non obbligatoria per il proprietario:

Punto fondamentale di questa nuova legge è, come detto, legato al fatto che l’adesione non è assolutamente obbligatoria. Anzi, la banca non potrà costringere il proprietario a firmare la clausola riguardante il sequestro dell’immobile dopo 18 rate non pagate.
Di conseguenza, la legge verrà adottata solo a partire dai nuovi contratti, mentre quelli in corso resteranno assolutamente invariati. La normativa è stata pensata partendo da quella che è l’attuale legge in materia, che prevede tempi lunghi e procedure complesse per il pignoramento di una casa.
Ad oggi infatti un banca che deve rientrare di un credito a causa di un mutuo non pagato deve prima rivolgersi al tribunale che autorizza il pignoramento dell’immobile; si passa quindi alla vendita (spesso svenduto) tramite asta giudiziaria. Un iter che dura mediamente circa 7 anni.

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