Crisi economica e commercio:
La crisi economica d’altra parte è sempre presente e ben lungi dallo scomparire; secondo Federconsumatori e Adusbef in questi saldi 2013 ci sarà un calo nella spesa degli italiani del 18,8% rispetto allo scorso anno; per il Condacons questo decremento sarà invece più moderato ma pur sempre presente, si parla del 15%.
Si spenderà di meno in sostanza anche in virtù del fatto che, come noto, i saldi riguardano settori non essenziali o di prima necessità ma anzi beni voluttuari e talvolta superflui, quali ad esempio l’abbigliamento. Ed in tempo di crisi le famiglie sono obbligate a dare la precedenza a spese per cose più essenziali.
Quanto detto fin qui dovrebbe invogliare i commercianti ad essere piuttosto ‘generosi’ in tempo di saldi e ad offrire affari convenienti per attirare il cliente: tuttavia come noto, non sempre è così e, soprattutto, non sempre quello che vediamo e leggiamo nelle pubblicità poi effettivamente corrisponde al vero.
Talvolta i saldi sono dei veri e propri specchietti per le allodole che rischiano di trarre in inganno il cliente – consumatore arrecando più danno che giovamento; al riguardo, l’Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) ha stilato un decalogo per fornire una serie di accorgimenti al fine di evitare brutte sorprese. Ecco i consigli che ciascun consumatore dovrebbe seguire in fase di saldi:
Consigli per i saldi:
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Prima di tutto, è fondamentale non fare acquisti (se non indispensabili) nei giorni immediatamente precedenti l’avvio dei saldi. In questi giorni inoltre, sarebbe opportuno (ed intelligente) fare un giro per negozi, individuare i prodotti che potrebbero interessare e segnarne il prezzo per poi verificare che in fase di saldo questo sia realmente calato
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Il secondo consiglio è di non fermarsi al al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare prezzi esposti e qualità della merce
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Non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale; è difficile che un commerciante abbia ricarichi superiori al 50% di conseguenza sconti eccessivi potrebbero nascondere brutte sorprese
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Tenera a mente che un prezzo del tipo “49,90” euro vuol dire “50,00” e non “49,00”
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Le forme di pagamento non devono differire da quelle abituali; diffidare quindi da chi impone il pagamento in contanti. In caso di rifiuto di pagamento con carta di credito o bancomat, lo si può segnalare all’istituto di riferimento
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Guardare le etichette dei capi di abbigliamento per scoprire la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più di quelli sintetici
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Chiedere sempre conferma al commerciante di ciò che e’ indicato sull’etichetta; ciò vale in materia di indicazioni sulle modalità di lavaggio dell’indumento
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Chiedere ulteriori informazioni su qualità del prodotto, del materiale, sulla provenienza e trattamento dei capi
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Diffidare dei capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie e colori: potrebbe trattarsi non di merce in saldo ma di capi immessi sul mercato solo per l’occasione
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Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo “la merce venduta non si cambia”: esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce se non corrispondente a quanto propagandato o se difettosa. Di contro, è importante sapere che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: quindi se ad esempio si è sbagliata la taglia, sarà solo la disponibilità del commerciante ad ovviare al problema, ma non è un diritto.