Riflettere sul futuro de l’Aquila:
Anche per questo gli urban sketchers disegnando sul posto, descrivendo la realtà sociale, artistica ed architettonica della città. L’iniziativa ha raccolto inoltre l’adesione del Wwf, con il vicepresidente Raniero Maggini che ha commentato il progetto definendolo “un’occasione per tornare a riflettere, per interrogarsi sul futuro della città, ormai ad un anno e mezzo dall’evento sismico” e che non ha mancato anche di sottolineare come “ad oggi a L’Aquila non si è ancora ricostruito nulla. Si è scelto di costruire qualcosa di nuovo completamente slegato dalla storia e dal tessuto urbanistico cittadino.
E’ ora di avviare una vera ricostruzione attenta al rischio sismico dell’area, ma anche agli aspetti ambientali, efficienza energetica in primis, senza stravolgere l’assetto architettonico di una delle più belle città d’Italia”.
Molte recenti fotografie scattate sul posto mostrano infatti luoghi dove sembra che il terremoto sia successo la notte prima, con il centro chiuso ai cittadini e i cancelli che delimitano la zona rossa dal resto della città o ancora con l’erba e le piante che crescendo in alcune strade restituiscono de L’Aquila l’aspetto di una città ancora sofferente.
Di parecchi edifici restano poi solo le fondamenta, mentre diverse case rimaste in piedi sono ancora “a nudo”, piene di lesioni da cui si scorgono i segni di un tempo interrotto in un momento preciso.
Tutte le iniziative riguardanti quindi la città, come disegnare o fotografare dal vivo i luoghi del terremoto ad un anno e mezzo dal sisma, inevitabilmente riportano alla luce le dichiarazioni politiche a pochi giorni dal sisma, fatte di promesse relative alla ricostruzione e alla risoluzione dei problemi e disagi dei cittadini rimaste però in sospeso o, peggio, cadute nel vuoto.